ROMITO



Di e con: Matteo Fantoni
Co-regia: Sara Venuti
Maschera, scena, video e luci: M. Fantoni

Attori in video: Mirco Sassoli, Cristina Valiani, Michele Mori, Sara Venuti, Roberto Dragoni, Akira Dragoni
Con il sostegno di: Explorer, Resextensa, Libera Accademia del Teatro di Arezzo, EmmeA Teatro.
Il silenzio, la pace, l’inquietudine, l’intimità  e il terrore della solitudine nella vita di Tonino Romito.





         

Foto Sara Venuti  -  Elaborazione M. Fantoni

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Ogni riferimento a persone reali chiamate Antonio o Tonino Romito è puramente casuale


ROMITO

Created and performed by: Matteo Fantoni
Co-director: Sara Venuti
Masks, video, set and light design: Matteo Fantoni
Actors on the video: Mirco Sassoli, Cristina Valiani, Michele Mori, Sara Venuti, Roberto Dragoni, Akira Dragoni

With the support of: Explorer collective, Resextensa, Libera Accademia del Teatro di Arezzo, EmmeA Teatro.
Trailer

The silence, peace, fear, restlessness, intimacy and terror of loneliness in the life of Tonino Romito.








S  M  A  L  L    P  R  E  S  S 


Prato - Contemporanea Festival
Gli "Alveari" sono popolati dalla giovane generazione che crea il futuro

Il secondo progetto ospite della sezione “ Alveare II” prometteva una scena più confortante, meno inquietante (ma lo stupore e l’effetto scioccante doveva ancora arrivare) , dove un anziano vive nella sua solitudine malinconica. È Tonino “Romito”, alias Matteo Fantoni alle prese con quel mondo scandito dal tempo che non trascorre mai, fatto di abitudini ripetitive, regredite verso una vecchiaia che avanza inesorabilmente. Romito è un uomo che rincorre la vita, ultimi scapoli di un’esistenza dove la società si mostra indifferente ed egoista.  Ha un forte attaccamento ai suoi ricordi personali, accende le luci del suo minuscolo albero di Natale, si circonda di oggetti affettivi, è solo e sperduto, il silenzio in cui è immerso è interrotto solo dalle immagini di un vecchio filmino in bianco e nero. Ci sono i suoi cari, gli affetti di una famiglia.  Lo guarda come uno guarda al suo passato e rivede alla moviola una vita destinata ad essere archiviata. Tonino ha una strana faccia, grande rispetto al suo corpo. Una maschera -viso fatta di cartapesta e farina di legno, simile a quelle indossate dagli attori della Familie Flöz, ma non così grottesca come quelle utilizzate dalla compagnia germanica. La sua (creata da Matteo Fantoni) non deve far ridere, Romito ha ben poco da ridere nella sua vita. Lui ha solo un desiderio, quello di non essere abbandonato. Desidera lasciare un’eredità, di lasciare una traccia della sua esistenza. Tende a isolarsi perché è convinto che la sua condizione sia quella di dover rinunciare a qualsiasi aspirazione. Fantoni cerca una strada del tutto personale in cui trarre delle risposte ad un dilemma esistenziale. La vecchiaia come può essere vissuta? Non da risposte esaustive (è pur sempre un primo tentativo drammaturgico necessariamente in via di sviluppo), ma c’è in questo performer, la volontà di indagare, studiare, con una sua poetica ben delineata. C’è la cura dei particolari, la serietà messa al servizio della creatività. Il suo Romito non parla ma è alla ricerca di un senso. Non sappiamo se lo troverà, ma l’impegno è lodevole. Così come era stato convincente in Leoni, anche in Romito, si apprezza il tentativo di comunicare un messaggio semplice e diretto.

Roberto Rinaldi - 07/10/2011 - www.rumorscena.it






































































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