ONIRICA

... arsenic dreams



                                               



Idea/Direction/Music: Matteo Fantoni

Tutor: Davide Giovanzana

With: Matteo Fantoni, Sara Venuti, Carina Pousaz

Assistant director: Michele Mori

Masks: M. Fantoni, S. Venuti

Lights: M Fantoni, Alessia Massai

Tour manager and fund-rising: Martina Eyer

Produced by: Teatro Insonne


With support of:
Zeughaus Kultur (Brig-Glis CH) 
Tanzschule Cocoon (Leuk-Susten CH)



Onirica è un pezzo senza parole, un viaggio nei sogni più intimi, a volte banali, altre arditi dei due protagonisti: Emma e Serafino.
Nasce e si concretizza dalla voglia di trasmettere il senso funambolico del confine tra tragico e comico, servendosi dei codici del teatro di movimento con maschere.
L’incontro, il matrimonio, gli anni passano. La vecchiaia. Serafino dà vita alla statua dalle fattezze di Emma che lui stesso aveva scolpito subito dopo il matrimonio. Comincia così l’ultimo capitolo della loro vita.
Lo spettacolo si sviluppa su due livelli (uno reale, concreto e l’altro assurdo, onirico) che si compenetrano alimentandosi a vicenda e creando continuamente contrasti, in modo da far emergere la natura più intima dei personaggi: la coesistenza negli esseri umani della parte più elevata e nobile e di quanto, invece, è più basso, marcio, torbido.

Video: intervista


Onirica is a performance without words, a journey into the most intimate dreams, sometimes banal sometimes bold, of the two main characters: Emma and Serafino.
The first encounter, the wedding day, years are passing by. Old age. Serafino brings alive a statue representing Emma that he carved shortly after their wedding. Thus the last chapter of their lives begins. All together: him, her and her. The new presence will awake buried desires and will slowly “poison" the two protagonists.
The story evolves on two levels (one real, tangible and the other absurd, dreamlike) that are intertwined and feed one another.  Contrasts are constantly created to reveal the most intimate self of the characters: the coexistence of an higher and noble nature with a mean, rotten, turbid one.
 
Video: Interview (Italian)


S M A L L   P R E S S
-->Danza, religione e sogno a Kilowatt Festival
Onirica. Arsenic dreams” di Matteo Fantoni / Teatro Insonne, conclude la serata trasportandoci in un mondo altro, dove il corpo dei performer è trasformato da maschere di volti teneri e malinconici. Una storia d’amore quella fra Emma e Serafino, raccontata da gesti semplici che hanno il potere di rievocare i momenti principali del loro vissuto. Un accendino che non funziona e un timido ballo per il loro primo incontro, mentre un piccolo albero di Natale e un cavallino, ricordi di una giovinezza lontana, rimangono le sole presenze a sottolineare la perdita dell’amata. Interessante il tentativo della compagnia di rappresentare con un linguaggio essenziale una vita insieme, anche se forse sono da trovare una partitura fisica più forte e un ritmo più incisivo. Il lavoro ha saputo, però, coinvolgere un pubblico eterogeneo, di adulti e di bambini, grazie a un suggestivo ed efficace immaginario visivo.
Caterina Meniconi dal giornale del Kilowatt Festival – 27 luglio 2012 - www.kilowattfestival.it

In cerca di nuovi linguaggi per un teatro che sappia guardare alle nuove generazioni
Matteo Fantoni lo avevamo già apprezzato in Leoni, una performance selezionata per la vetrina della giovane danza d’autore dal network Anticorpi XL. Il suo nuovo lavoro Onirica, arsenic dreams veniva presentato in prima nazionale al Teatro l’Ordigno di Vada (una delle sedi decentrate del festival Inequilibrio), che rappresenta il capitolo successivo dopo Romito visto al festival Contemporanea 2011 di Prato. Il titolo non lascia spazio a dubbi: un sogno che si palesa poi nella vita reale del protagonista: un uomo anziano alle prese con la nostalgia per la sua vita affettiva matrimoniale, là dove l’altra protagonista è una statua della moglie, capace di trasformarsi in una presenza umana reale. Una triangolazione dove c’è lui, lei e lei. Il viaggio che ne consegue è una specie di amarcord di vite già vissute, di incontri e di separazioni, di accadimenti che si confondono tra sogno e realtà, tra passioni vere e fantasie oniriche. C’è materia sufficiente per alimentare un’analisi sull’inconscio dove coesistono pulsioni diverse e contrastanti tra loro. Fantoni costruisce un meccanismo per fasi dove quello che accade sembra apparentemente reale ma allo stesso tempo frutto della fantasia, del genere: sogno o son desto?
Non c’è una logica coerente nelle azioni umane dei due personaggi, un uomo e una donna (con lui recitano Sara Venuti e Carina Pousaz), destinati a “combattersi” l’uno contro l’altro. Dinamica assai realistica se si presta attenzione ai tanti episodi di cronaca nera, sfociati in tragedie dagli esiti infausti. Serafino ed Emma indossano delle maschere che deformano i tratti somatici dei loro viso, ingigantendoli come se la fisionomia rispetto al corpo dovesse primeggiare sul resto e creare una sorte di sdoppiamento tra il reale e il virtuale. L’uomo e la sua maschera. Un uomo e una donna come tanti, la cui personalità è composta da pregi e virtù, dove i primi nobilitano e i secondi scatenano i più bassi istinti. Tant’è che alla fine uno dei due muore.
L’uomo ha il sopravvento sulla donna che soccombe avvelenata. L’azione sempre sospesa in una realtà che si confonde nel surreale e grottesco, come per evidenziare le contraddizioni dell’animo umano, è sottolineata dalle efficaci musiche composte dallo stesso Fantoni, in grado di “raccontare” l’evolversi del trascorrere del tempo di una vita che invecchia fino al suo capolinea finale. Ciò che manca in Onirica è uno scarto capace di interrompere la “monotonia” della messa in scena. Le suggestioni offerte sono molte ma tendono a diventare prevedibili e soffrono ad un certo punto della mancanza di una svolta drammaturgica,in grado di stupire e rilanciare con maggiore effetto quello strano sogno che una volta svegliati ti fa credere di averlo vissuto realmente.
Roberto Rinaldi -14/07/2012 – www.rumorscena.com

Hystrio
Matteo Fantoni è un artista che ha vissuto una formazione trasversale, apprendendo dal Movement Theatre studiato in Svizzera così come dai tanti spettacoli visti e seguiti lavorando come tecnico per strutture e festival, cercando in questo modo di costruire uno stile che fosse proprio ma che non prescindesse dalle diverse esperienze intercettate in questi anni. La capacità assorbente, dunque, è uno dei caratteri più nitidi di questo "Onirica - arsenic dreams", presentato al festival Inequilibrio 2012, che nell'uso della maschera per sviluppare tracce drammaturgiche, ha forti parentele estetiche con la Familie Floez, ma che fin da ora cerca una sua autonomia di percorso che si smarchi dalla carica esemplare delle esperienze che lo hanno artisticamente contagiato. Un uomo e una donna (lo stesso Fantoni e Sara Venuti). Serafino ed Emma, compiono un viaggio nei loro sogni unitamente a quello nella loro vita concreta. Il confine fra le due dimensioni è sempre lieve, al punto che le due parti giungono a confondersi e Serafino da forma alla statua di Emma da lui scolpita dopo il matrimonio, la figura replicata della sua donna (Carina Pousaz), con cui passerà gli ultimi anni, quelli della vecchiaia e dunque della parte di vita che confonde sogno nostalgico con la memoria, dimensione umana in cui i ricordi si fanno stimolo e insieme condanna. Fantoni costruisce uno spettacolo senza parole, animato da immagini intime che cercano di muovere in modo godibile la percezione estetica, diffidando di una più solida drammaturgia che invece avrebbe giovato alla realizzazione
Simone Nebbia - Hystrio - anno XXV - 4/2012




















































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